08 CHIESA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA
Via Fonte Rabato 50
Latitudine 37,677639 N
Longitudine 13,601815 E
Con dispaccio Vice-regio del 23 agosto 1523, un secolo dopo la consacrazione della Chiesa Madre, sul luogo ove prima c’era una chiesetta dedicata a S. Stefano Protomartire, venne edificata la chiesa dedicata a S. Caterina d’Alessandria. Nel 1790 la chiesa è stata restaurata e trasformata nell’attuale stile architettonico Romanico –Corinzio, che per le sue decorazioni si pone fra le più belle chiese di Castronovo. Più che con la sua denominazione vera, però, i castronovesi la conoscono come chiesa della Badia, a motivo della presenza, fino alla fine dell’800, di un monastero di monache benedettine e relativa Madre Badessa. Dell’antico monastero oggi rimane ben poco.
Il reperto più importante, conservato in perfetto stato è il grandioso e pregevole gradone del coro o “cantoria”, con parete in legno traforato e balaustra intagliata, opera di maestranze siciliane, e al centro del quale spicca lo stemma cittadino dipinto su tavola. La chiesa è ad unica navata con abside semiscorrevole e catino a porzione di sfera. La semplicità dell’attuale prospetto contrasta con la ricchezza cromatica dell’interno ove spiccano gli stucchi policromi settecenteschi del castronovese Antonio Messina. L’altare maggiore è stato realizzato da ignoto nel 700 con tarsie di marmi policromi, mentre il pavimento è in granito. Nel secolo XIX fu restaurata dallo stuccatore Calogero Sesta. Le tante opere d’arte presenti, fanno di questa chiesa un vero gioiello, una bomboniera da vedere e da apprezzare. All’interno, infatti, sono da ammirare i pregevoli altari in marmo e agata, un ciborio ricavato da un monolito d’agata, le tele dell’Addolorata, di S. Antonio Abate, di S. Benedetto, di S. Caterina, attribuite a Fra fedele di S. Biagio Platani (AG). L’opera d’arte più antica custodita nella chiesa è una statua in legno dipinto e dorato raffigurante l’Immacolata, datata 1698, opera degli artisti Francesco Ryna e Vincenzo Di Giovanni. Da ricordare anche un confessionale degli inizi del XVIII secolo opera di autore ignoto.